I numeri dell’accoglienza in Umbria


In Umbria sono sette gli enti locali che aderiscono alla rete di accoglienza del sistema Sprar e undici sono i progetti attivi sul territorio. Come anticipato nella parte introduttiva la nostra regione ha aderito fin dal 2001 al Programma Nazionale Asilo (PNA) con il Comune di Perugia ed il Comune di Todi che misero a disposizione rispettivamente 27 e 10 posti. Dal 2011 il nuovo titolare del progetto di Todi è il Comune di Marsciano.
Successivamente, oltre a Perugia e Marsciano/Todi, altri Comuni hanno risposto al bando del Ministero degli Interni per l’accesso al Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi dell’Asilo*: nel 2004 il Comune di Narni ha aderito al Sistema di Protezione con 25 posti disponibili in appartamenti privati per donne sole, nuclei familiari e uomini singoli. Dal 2011 ha avviato un ulteriore progetto rivolto esclusivamente a beneficiari con disagio mentale mettendo a disposizione 5 posti. Nel 2006 ha aderito alla rete anche il Comune di Terni con 16 posti messi a disposizione in appartamenti privati, per i primi tre anni sono state accolte persone vulnerabili, dal 2009 sia beneficiari vulnerabili che ordinari.
Ma è con il bando 2014-2016 che l’Umbria amplia notevolmente la sua rete di accoglienza con l’ingresso di nuovi Comuni: dal 2014 infatti oltre a Perugia, Marciano/Todi, Narni e Terni sono titolari di progetti Sprar anche il Comune di Panicale, Foligno e Spoleto. L’ampliamento dell’accoglienza nella nostra regione è dovuto sia all’ingresso di enti locali completamente nuovi rispetto al precedente bando (Panicale, Foligno e Spoleto), sia all’attivazione di nuovi progetti da parte di enti locali già facenti parte della rete.
Con il bando 2014-2016 il Comune di Narni ha attivato un altro progetto dedicato all’accoglienza di minori stranieri non accompagnati (MSNA) e il Comune di Terni ha attivato altri due progetti, uno per beneficiari con disagio mentale (DM) ed un altro per minori stranieri non accompagnati. Inoltre dalla tabella n. 1 si evince che con il bando 2014-2016 c’è stato un aumento dei posti finanziati anche per i tradizionali Comuni della rete come Perugia, che da 27 posti è passata a 65 (il dato è comprensivo dei posti aggiuntivi), Marsciano/Todi che da 15 è passato a 32 e Terni da 25 a 89. Volendo ricapitolare il quadro attuale della rete strutturale dello Sprar in Umbria: sette sono gli enti locali titolari dei progetti (Perugia, Marsciano, Narni, Terni, Panicale, Spoleto e Foligno) undici i progetti attivi di cui sei per categorie ordinarie (Perugia, Todi/Marsciano, Narni, Terni, Foligno e Spoleto), tre per minori stranieri non accompagnati (Terni, Narni e Panicale), due per beneficiari con disagio mentale (Terni e Narni).
Complessivamente l’Umbria mette a disposizione 370 posti (il dato è comprensivo dei posti aggiuntivi).

La tabella 2 indica il numero delle persone annualmente inserite all’interno di ciascun progetto, dal mese di luglio 2001 al 31 dicembre 2015 sono state accolte 1291 persone. Come si evince sia dalla tabella 1 che dalla tabella 2 l’Umbria negli anni ha gradualmente aumentato la sua capacità ricettiva. I posti finanziati sono passati dai 37 del 2001 ai 370 del 2015.
L’incremento è dovuto all’entrata nel Sistema di progetti territoriali nuovi (passando da 2 del 2001 a 11 del 2014) e all’incremento del numero dei posti finanziati, rispecchiando il panorama nazionale dello Sprar che negli anni ha aumentato i numeri dell’accoglienza. Oltre all’aspetto numerico è interessante soffermarsi anche sull’aspetto relativo alla tipologia dei beneficiari accolti, infatti con il bando 2014-2016 per la prima volta in Umbria vengono attivati ben tre progetti dedicati esclusivamente ai minori stranieri non accompagnati (MSNA) e un secondo progetto viene attivato per accogliere persone con disagio mentale (DM). In ogni caso nonostante l’evidente aumento dei numeri, l’Umbria coerentemente con le linee guida nazionali, continua ad attivare progetti di dimensioni medio-piccole, caratteristica che nel tempo ha dimostrato essere aspetto essenziale per la costruzione di percorsi di autonomia e di inclusione sociale dei beneficiari. Infatti è nelle piccole realtà che questi possono meglio essere accompagnati nel loro processo di integrazione e più facilmente accolti dalle comunità in cui insistono i progetti.
Ed è proprio da questa considerazione che la Regione Umbria ancora oggi, nonostante le emergenze nazionali, continua a non volere istituire sul suo territorio centri governativi per richiedenti asilo (CARA), o centri hub, che a differenza dei progetti Sprar sono centri collettivi di grande dimensioni.

————————————————————————————

* Fino al 2008 il decreto, con il relativo bando, è stato pubblicato a cadenza annuale. Per il 2009/2010 il bando ha avuto cadenza biennale; dal 2011 è triennale.