Le caratteristiche socio-demografiche dei beneficiari accolti nei progetti Sprar umbri dal 2012 al 2015

Le caratteristiche socio-demografiche dei beneficiari accolti nei progetti della rete Sprar dell’Umbria rispecchiano in parte quelle dei beneficiari accolti nel Sistema nazionale. Anche in Umbria le persone accolte sono prevalentemente uomini singoli di età compresa tra i 18 e 27 anni, che rappresentano il 53,9% degli accolti, seguiti da uomini con età compresa tra i 28 e i 45 (21,7%).
I minori accolti nella rete Sprar, se fino al 2013 erano esclusivamente bambini inseriti nel Sistema di accoglienza insieme alle loro famiglie o nati in Italia nel corso dell’accoglienza dei loro genitori, a partire dal 2014, con l’attivazione dei progetti di Narni, Terni e Panicale per minori stranieri non accompagnati, iniziano a costituire una tipologia definita di beneficiari all’interno della rete dei progetti umbri.
Anche da un punto di vista numerico aumenta la loro incidenza passando dall’1% degli anni passati ad un 15% dell’ultimo triennio.

Dati eleborati dalla Cooperativa Sociale Perusia

Come abbiamo avuto modo di osservare negli anni precedenti anche in questo ultimo periodo di riferimento la presenza della componente femminile nella rete dei progetti Sprar dell’Umbria è marginale rispetto alla componente maschile. Le donne accolte rappresentano il 14% a fronte dell’86% costituito da uomini. Tale sproporzione è dovuta in parte alla tipologia di progetti presenti sul nostro territorio dedicati principalmente all’accoglienza di uomini singoli, ma soprattutto perché, coerentemente con i dati nazionali, e con quelli della maggior parte dei Paesi dell’UE, i richiedenti asilo sono prevalentemente uomini. Questo perché per le donne è molto più difficile raggiungere paesi lontani nonostante, secondo gli esperti, abbiano esattamente le stesse motivazioni per fuggire.

C’è la paura del viaggio pericoloso attraverso il Mediterraneo e delle violenze sessuali. Inoltre le donne hanno meno risorse economiche e, quando nelle società conservative da cui provengono, si decide quale membro della famiglia mandare all’estero allora la scelta ricade su giovani uomini.

Tabella 3 – Numero degli uomini e delle donne inserite nei progetti SPRAR dell’Umbria dal 2012 al 2015

La tabella 3 evidenzia che i progetti con una maggiore presenza femminile sono quelli di Terni e Narni ordinari, infatti tali progetti oltre ad accogliere uomini singoli, nuclei monoparentali e nuclei familiari, sono entrati nella rete per accogliere donne sole.

I Paesi di provenienza dei beneficiari Sprar

Dal suo ingresso nella rete Sprar l’Umbria ha registrato la presenza di persone accolte provenienti da oltre 45 diverse nazionalità.I paesi di provenienza dei beneficiari sono cambiati nel corso degli anni riflettendo gli scenari geopolitici internazionali.
Dal 2001 al 2012* le 5 nazionalità maggiormente rappresentate nei progetti umbri sono quella afghana (15%), eritrea (15%), somala (14%), turca (7%) e sudanese (7%). Nel 2001 e 2002 il progetto di Perugia accoglieva soprattutto persone provenienti dai paesi dell’ex Jugoslavia e dalla Macedonia, mentre il progetto di Todi accoglieva principalmente Afgani. Nel 2003 anche il progetto di Perugia inizia ad accogliere richiedenti asilo Afgani anche se la maggioranza dei beneficiari erano iracheni.
A partire dal 2004, anno di ingresso del progetto di Narni, i beneficiari sono soprattutto provenienti dall’area del Corno d’Africa: Etiopi, Eritrei e Somali. Questi, riflettendo i dati del Sistema di accoglienza nazionale, nel corso degli anni hanno rappresentato una presenza costante all’interno di tutti i progetti umbri.

Grafico 3 – Paesi di provenienza dei beneficiari accolti dal 2012 al 2015

Dati eleborati dalla Cooperativa Sociale Perusia

Il grafico 3 rappresenta tutti i paesi di provenienza delle persone accolte nella rete dei progetti Umbri tra il 2012 e il 2015. Le nazionalità registrate sono 41.

Analizzando in modo più analitico le prime cinque nazionalità di ciascun anno di riferimento possiamo constare come rispetto al passato ci sono stati degli evidenti cambiamenti.

Grafico 4 – Le principali nazionalità registrate nei progetti dal 2012 al 2015

             

L’Afghanistan che insieme all’Eritrea ha sempre rappresentato la nazionalità più rappresentativa nella rete di accoglienza umbra, solo nel 2012 risulta essere al secondo posto (13%), mentre per tutti gli anni successivi è in ultima posizione.
A partire dal 2012 infatti, rispecchiando il dato nazionale, è la Nigeria tra le nazionalità più rappresentative, insieme al Gambia che nel 2014 è al primo posto con il 19%, e al Senegal che nel 2015 rappresenta il 18%. Importante è anche la presenza del Pakistan in terza posizione per presenza nei progetti sia nel 2012 che nei due anni successivi.
Anche se non sempre in ordine di graduatoria possiamo sicuramente affermare che le nazionalità più rappresentative all’interno della rete umbra, rispecchiano quelle maggiormente registrate a livello nazionale.
Se per queste quindi c’è stretta corrispondenza tra i contesti geopolitici e i beneficiari accolti dai nostri progetti, interessante notare è la quasi totale assenza di beneficiari provenienti dalla Siria, ciò a conferma che pur essendo uno dei principali paesi di provenienza di persone che fuggono e che hanno raggiunto l’Italia, la maggior parte non ha fatto richiesta di asilo nel nostro paese, evitando di lasciare le impronte digitali per raggiungere altri paesi d’Europa. Solo due sono stati i beneficiari provenienti dalla Siria e tale dato è perfettamente in linea con il sistema nazionale che nel complesso ha accolto un numero di siriani veramente esiguo.
Analoga situazione, e sempre in linea con il dato nazionale*, la riscontriamo per i cittadini di nazionalità Eritrea che se fino al 2011-2012 costituivano una delle nazionalità maggiormente rappresentative all’interno dei progetti della rete umbra, tra il 2012 e il 2015 non raggiungono nemmeno il 3% delle persone accolte.
In merito a ciò va detto che la Commissione europea, nel mese di Dicembre 2015, ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la mancata applicazione del regolamento sulla registrazione dei migranti con la presa di impronte digitali (Eurodac)e comunicazione dei dati al sistema centrale.
Per quanto riguarda le nazionalità dei minori stranieri non accompagnati, anche qui si registra un’assoluta corrispondenza con il dato nazionale, essendo il Gambia il paese più rappresentativo costituendo quasi il 60% degli accolti, le atre nazionalità dei minori sono: il Senegal, l’Egitto, il Mali, il Ghana, la Nigeria, la Costa d’Avorio e la Sierra Leone.

Status giuridico dei beneficiari accolti dal 2012 al 2015

Lo status giuridico, e relativo permesso di soggiorno, registrato al momento dell’ingresso dei beneficiari nei progetti di accoglienza della rete Sprar è mutato nel corso degli anni. Il mutare delle caratteristiche della condizione giuridica è la conseguenza delle modifiche apportate a livello normativo in materia di asilo e del panorama geopolitico internazionale di cui le migrazioni forzate sono una conseguenza.
Fino al 2004 quando ancora era esistente un’ unica Commissione Nazionale il 90% degli accolti era rappresentato da richiedenti asilo in attesa di essere convocati dalla Commissione Centrale di Roma e di vedere definita la propria posizione giuridica. Infatti anche se sulla carta la normativa allora vigente (Legge Martelli e D.Lgs n.286/98) prevedeva una procedura piuttosto schematica, nella realtà aveva una durata di circa 18 mesi. Sia a livello nazionale che a livello regionale un tema molto dibattuto era proprio quello dei lunghi tempi di attesa dei beneficiari sospesi in una specie di limbo. La lunga attesa veniva vissuta dai beneficiari come una condizione di grande incertezza ed apprensione per il proprio futuro, condizione aggravata dal divieto di svolgere un’attività lavorativa.
Con l’entrata in vigore della legge 189 del 2002, la cosiddetta legge Bossi-Fini, assistiamo ad un radicale mutamento della condizione giuridica delle persone che vengono inserite nella rete dei progetti umbri: i richiedenti asilo che negli anni 2001 e 2002 costituivano il 100% degli accolti, nel 2005 rappresentano solo il 34%, mentre il restante degli accolti è rappresentato principalmente da titolari di protezione umanitaria ed in parte da rifugiati**. Infatti l’aumento degli organi preposti all’esame delle richieste di asilo (Commissioni Territoriali) fa si che la maggior parte di coloro che vengono accolti nei progetti, non è più costituita da richiedenti asilo, ma da beneficiari la cui domanda è stata già esaminata e il cui status giuridico è quindi già definito.
Nel 2008, in seguito all’istituzione della protezione sussidiaria, attraverso il cosiddetto “decreto qualifiche” (D.Lgs n.251. n.251/2007) iniziano a fare ingresso nei progetti umbri i primi titolari della protezione sussidiaria.
Dalle diverse tipologie delle persone accolte sono derivate diverse modalità di intervento da parte dei progetti che nel tempo si sono dovuti adeguare alle esigenze dei suoi beneficiari. Se infatti con i richiedenti asilo si doveva puntare maggiormente alla loro preparazione all’audizione, all’insegnamento della lingua e cultura italiana ed ad una eventuale formazione o riqualificazione professionale, dal 2005 in poi, di fronte a beneficiari aventi in prevalenza uno status giuridico già definito, i progetti hanno dovuto mettere in atto azioni miranti principalmente all’integrazione lavorativa ed abitativa.

Grafico 5 – Status giuridico dei beneficiari accolti dal 2012 al 2015

Dopo aver fatto un breve exursus sulla tipologia dei beneficiari accolti dalla nascita del sistema umbro di accoglienza e nel corso dei primi 10 anni, è interessante analizzare ciò che sta accadendo in questo ultimo periodo. Il grafico 5 evidenzia come tra il 2012 e il 2015 sia diminuita in maniera significativa la percentuale dei titolari di una forma di protezione a favore dell’incidenza dei richiedenti asilo. Se infatti, come detto sopra a partire dal 2005 i richiedenti asilo costituiscono in media il 30% degli accolti, nel 2013 costituiscono il 49% e nel 2014 e nel 2015 costituiscono rispettivamente il 74% ed il 69%.
Tale situazione è dovuta all’aumento delle persone arrivate sulla nostra penisola con la consequenziale richiesta da parte delle Prefetture di inserire nella rete dei progetti Sprar migranti giunti da poco sul territorio ed in attesa di vedere esaminata la propria richiesta di asilo.
Fino all’attivazione di una sezione della Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Internazionale di Firenze presso la Prefettura di Perugia, avvenuta il 18 marzo 2015, la condizione dei beneficiari Sprar accolti in Umbria sembrava rispecchiare quella dei primi anni del Sistema di Protezione. Come già evidenziato, durante i primi anni esistendo un’unica Commissione Centrale preposta ad analizzare tutte le domande di asilo presentate in Italia, i richiedenti protezione accolti nei progetti dovevano attendere in media 18 mesi prima della definizione della propria posizione giuridica.
Per tutto il 2014 ed in buona parte del 2015 gli operatori hanno avuto la sensazione di un “ritorno al passato” essendo i tempi di attesa per l’audizione molto lunghi a causa del crescente numero di domande presentate e del consequenziale ingolfamento del lavoro delle Commissioni Territoriali.
A partire dai mesi di maggio-giugno 2015, in seguito all’attivazione della Commissione Territoriale presso la Prefettura di Perugia, tutti gli operatori dei progetti umbri hanno registrato un’effettiva riduzione dei tempi di attesa ed in molti casi un breve lasso di tempo tra la notifica della convocazione e il giorno dell’audizione.

Particolarmente frustrante rimane la condizione dei cosiddetti dublinati**, richiedenti protezione internazionale che vivono nell’incertezza, e spesso nel timore di essere trasferiti in un altro paese europeo. Tra il 2012 e il 2015 nella rete umbra non è stato registrato alcun trasferimento in altri Paesi Europei, ciò significa che l’Unità Dublino si è espressa stabilendo l’Italia quale Paese competente ad esaminare la loro domanda di asilo.
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* Secondo rapporto sul sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati in Umbria 2001-2012 e Focus sull’Emergenza Nord Africa “RIFUGIATI in Umbria”- Perugia 2013
* Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2015 – Anci, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes, Sprar in collaborazione con UNHCR
** Secondo rapporto sul sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati in Umbria 2001-2012 e Focus sull’Emergenza Nord Africa “RIFUGIATI in Umbria”- Perugia 2013
** Il Regolamento n.2013/603/CE, c.d. Dublino III determina lo Stato dell’Unione Europea competente per l’esame delle domande d’asilo, sulla base del criterio prevalente secondo cui l’esame della domanda di asilo spetta al primo paese in cui il richiedente abbia fatto ingresso, prevedendo il suo trasferimento in detto Stato, accertatane la competenza. L’obiettivo del Regolamento è quello di evitare che i richiedenti asilo siano inviati da un paese all’altro (“rifugiati in orbita”), ma anche di impedire ai richiedenti asilo di presentare domande in più Stati membri (cosiddetto asylum shopping).