Le migrazioni forzate nel mondo

Uno sguardo d’insieme

Secondo il rapporto annuale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati 2014 (Global Trends 2014) le migrazioni forzate provocate da conflitti, persecuzioni e guerre hanno raggiunto i massimi livelli nella storia dell’umanità. Alla fine del 2014 ci sono stati 59,9 milioni di profughi, rispetto ai 37,5 milioni di dieci anni fa, di cui più della metà sono bambini.

Grafico 1 – Milioni di persone costrette a fuggire a causa della guerra

Fonte:Unhcr

Ogni giorno più di 42.000 persone sono costrette a fuggire dal proprio paese, nel 2010 erano circa 11.000.

Grafico 2 – Persone costrette alla fuga quotidianamente

Fonte: Unhcr

Sempre secondo il rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite negli ultimi cinque anni sono scoppiati o riattivati almeno 15 conflitti: otto in Africa (Costa d’Avorio, Repubblica Centrafricana, Libia, Mali, Nord-Est della Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Sud Sudan e Burundi; tre in Medio Oriente (Siria, Iraq e Yemen); uno in Europa (Ucraina) e tre in Asia (Kirghizistan, e diverse aree del Myanmar e del Pakistan).

Grafico 3 – Quindici conflitti scoppiati negli ultimi cinque anni hanno costretto milioni di persone alla fuga

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Unhcr

Accanto a questi da decenni permangono gravi condizioni di instabilità in Afghanistan, Somalia, Eritrea e in altri Paesi dai quali è costante il flusso dei migranti forzati. Nel complesso alla fine del 2014 e nel primo semestre 2015 le guerre in atto sono 33,13 sono le situazioni di crisi e 16 le missioni ONU attive*.

A livello mondiale i Paesi che accolgono il maggiore numero di rifugiati continuano ad essere quelli in via di sviluppo. L’86% dei rifugiati infatti sono ospitati nelle regioni considerate economicamente meno sviluppate, in quanto chi è costretto a scappare rimane nel primo luogo sicuro vicino a casa. I principali Paesi di accoglienza sono la Turchia, il Pakistan, il Libano e l’Iran. Per quanto riguarda i principali Paesi di provenienza dei rifugiati il Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2015evidenzia la Siria come primo paese al mondo, seguito dall’Afghanistan che ha ricoperto questo primato per più di trent’anni e la Somalia.

A livello Europeo secondo i dati di Eurostat*, nel 2015 sono state 1.255.600 le richieste d’asilo presentate nei 28 stati membri della Ue. Un record assoluto, che supera di oltre il doppio il livello di richieste presentate nel 2014 (562.680). In Italia le domande sono state 83.245 (+31% rispetto alle 63.655 del 2014), più che in Francia (70.570, +20% rispetto alle 58.845 dell’anno precedente).

I Paesi che hanno registrato il maggior numero di richieste di protezione internazionale sono state la Germania con 441.800 domande, seguita da Ungheria (174.435) e Svezia (156.110).
Ma se a livello globale si tratta di numeri mai registrati prima, l’Europa viene toccata da questi numeri solo marginalmente, infatti meno del 10% arriva in Europa e di questi solo il 3% giunge in Italia.*

La realtà italiana

Se fino agli anni ‘90 l’Italia era considerata Paese di mero transito per i potenziali rifugiati che volevano raggiungere altri Paesi europei, l’arrivo, negli ultimi anni, di migliaia di richiedenti protezione internazionale, ha sancito la trasformazione della nostra penisola in terra d’asilo. L’Italia può essere considerata tra i Paesi maggiormente interessati dai flussi migratori di richieste di asilo tra i Paesi industrializzati.

Grafico 4 – Richieste di asilo presentate in Italia dal 1990 al 2015

Fonte: Unhcr: Commissione Nazionale per il Diritto d’Asilo, UNHCR “2008 Global Trends” e “2011 Global Trends” 

Il grafico 4 rappresenta l’andamento delle richiesta di asilo dal 1990 al 2015. I dati rappresentati rispecchiano gli scenari geopolitici di quegli anni*:il 2008 (30.324) è l’anno della prima “emergenza sbarchi” che ha visto arrivare in Italia persone provenienti principalmente da Nigeria e Corno d’Africa (Somalia ed Eritrea).

Il 2011 ha rappresentato per l’Italia un anno di rottura rispetto al periodo 2009-2010, anni in cui la politica dei respingimenti aveva determinato una diminuzione delle domande di asilo presentate.
Nel 2011 infatti sono state registrate 34.117 domande d’asilo, numero certamente significativo rispetto al biennio precedente (2009: 17.603 -2010: 10.052).
Questo è dovuto all’afflusso di persone provenienti da Paesi del Nord Africa in seguito alle cosiddette “Primavere Arabe” e alla guerra in Libia. La fine del 2010 e l’inizio del 2011 hanno infatti visto mutare profondamente gli assetti politici della sponda sud del Mediterraneo con importanti conseguenze in Italia dove sono giunte via mare circa 60.000 persone in fuga dai Paesi in rivolta. In seguito a tale emergenza il Governo italiano nel febbraio 2011 ha dichiarato lo stato di emergenza, chiamata “Emergenza Nord Africa”.
Ma è negli anni 2014 e 2015 che si è registrato il maggior numero di richieste di protezione internazionale: quasi 65.000 nel 2014 a fronte di oltre 170.000 persone giunte sulle nostre coste e 83.245 richieste nel 2015 a fronte di 153.842 sbarchi, il 9% in meno rispetto al 2014**.
Tale massiccio afflusso ha origine dalle numerose situazione di instabilità, conflitto e guerra presenti in numerosi paesi dell’Africa Sub Sahariana e del Medio Oriente. Questo andamento, iniziato nel 2013, si è rafforzato nel corso di tutto l’anno 2014 confermandosi per tutto il 2015.
La quasi totalità delle domande d’asilo è presentata da uomini. Per quanto riguarda le provenienze, nelle prime tre posizioni della graduatoria del 2014 si collocano paesi dell’Africa Subsahariana come Nigeria, Mali e Gambia, seguiti da Pakistan, Senegal, Bangladesh e Afghanistan. Nel 2015 la graduatoria cambia di poco, confermandosi tra le prime nazionalità la Nigeria, il Pakistan e il Gambia**.
Il flusso straordinario di migranti che approdano sulle nostre coste ha reso necessario l’adozione di nuove politiche e interventi per accogliere coloro che richiedono protezione nel nostro Paese. A dare particolare impulso a tale linea di intervento è stato senz’altro il naufragio avvenuto il 3 ottobre 2013 a Lampedusa che provocò la morte di 366 persone e circa 20 dispersi. In seguito a tale immane tragedia il Governo italiano ha autorizzato l’operazione Mare Nostrum, rafforzando il pattugliamento del Canale di Sicilia mediante una missione militare e umanitaria avente come finalità principali quelle di salvare la vita in mare di coloro che tentavano di raggiungere le nostre coste ed intercettare ed assicurare alla giustizia i trafficanti. L’operazione Mare Nostrum è iniziata il 18 ottobre 2013 ed è terminata il 31 ottobre 2014.
Accanto a tale intervento, sempre nel 2014, è stata ampliata la capacità ricettiva della rete dei progetti del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR): il bando pubblico infatti ha previsto per il triennio 2014 – 2016 l’accoglienza per 20.000 persone, registrando una effettivo aumento dei posti messi a disposizione dal Sistema. 
Infine, il 10 luglio 2014, in sede di Conferenza Unificata, l’intesa tra Governo, Regioni ed Enti locali ha approvato il Piano Nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari, adulti, famiglie e minori stranieri non accompagnati. Nel Piano Nazionale sono stati stabiliti i criteri in base ai quali distribuire su tutto il territorio nazionale i richiedenti protezione internazionale che giungono sulle nostre coste. Si rimanda alla sezione “Il sistema di accoglienza in Italia” per un approfondimento.

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*Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo – sesta edizione – Terra Nuova, Firenze, 2015
*www.cir-onlus.org/it/comunicazione/statistiche
*Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2015 – Anci, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes, Sprar, in collaborazione con UNHCR
*Secondo rapporto sul sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati in Umbria 2001-20012 e Focus sull’Emergenza Nord Africa “RIFUGIATI in Umbria”- Perugia 2013
**www.cir-onlus.org/it/comunicazione/statistiche
**www.cir-onlus.org/it/comunicazione/statistiche